Uno “strano bazar”: questa la definizione che Giuseppe Gerola diede del Museo civico di Trento. Storia breve quella del Museo, dalla metà del XIX secolo allo scoppio della prima guerra mondiale, ma intensa e ricca di significato. Il Museo era stato infatti concepito come strumento di promozione dello sviluppo intellettuale e di forte affermazione dell’italianità della gente trentina. Esso diventò invece (anche a causa della scarsa disponibilità finanziaria) punto d’incontro e di scambio, spesso in modo contraddittorio, tra i più moderni indirizzi museografici e il gusto per le rarità, le bizzarrie e l’esotico.
Giuseppe Olmi insegna storia moderna presso l’Università degli studi di Bologna. I suoi interessi di ricerca riguardano soprattutto la storia del collezionismo e dei musei, la storia dell’illustrazione naturalistica, la storia delle accademie e la storia della sanità. Ha pubblicato numerosi saggi sulla storia naturale rinascimentale, nonché sulla storia sociale della malattia. Tra i titoli della tua produzione si ricordano il volume Il Trentino nel Settecento fra Sacro romano impero e antichi stati italiani, curato con Cesare Mozzarelli (Bologna 1985) e L’inventario del mondo: catalogazione della natura e luoghi del sapere nella prima età moderna (Bologna 1992). Per il Museo storico ha pubblicato il volume Uno «strano bazar» di memorie patrie: il Museo Civico di Trento dalla fondazione alla prima guerra mondiale.