"Istria 1947: la tragedia degli italiani": incontro

20 Novembre 2019 ore 17:00

L’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato provinciale di Trento, in collaborazione con la Fondazione Museo storico del Trentino, invitano all’incontro

ISTRIA 1947: LA TRAGEDIA DEGLI ITALIANI
Dalla violenza delle foibe, all’esodo, al difficile inserimento nella nuova realtà italiana 

Introduce:
Roberto De Bernardis, presidente ANVGD – Comitato provinciale di Trento

Intervengono:
Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino
Camillo Zadra, storico
Annamaria Marcozzi Keller, testimone – Consigliera nazionale onoraria ANVGD 

Con proiezione di immagini storiche. 

Cos’è stato davvero l’esodo istriano del secondo dopoguerra? Come ha cambiato la fisionomia e le sorti di un territorio? E come ha stravolto le vite dei molti esuli e di quei pochi che scelsero di rimanere?
Perchè parlare ora delle vicende che hanno portato nella Venezia Giulia, a Fiume e nella Dalmazia all’esodo forzato e violento della popolazione di lingua e cultura italiana, componente secolare e fondamentale di quei territori, nel periodo 1943-1956? Il silenzio ha avvolto per più di cinquant’anni quanto accadde in quelle zone: la giustizia negata alle vittime delle violenze subite e delle morti atroci (infoibamenti), il lungo percorso compiuto da quelle popolazioni nell’esodo verso l’Italia, le difficoltà riscontrate vita nei campi profughi e nella ricostruzione di una nuova esistenza con le incomprensioni, le ostilità e le calunnie subite, l’impossibilità di parlarne e di poter elaborare i lutti.
Ragioni politiche, di equilibri internazionali, la volontà di non fare i conti con una guerra persa per pensare a un futuro nuovo da costruire nell’Italia distrutta dai bombardamenti, hanno prevalso sul racconto della verità dei fatti, nascondendola.
Queste vicende possono insegnare molte cose: come possa ricadere sulla popolazione civile l’esito di una guerra, come il nazionalismo imbevuto dalla mistica ideologica possa produrre violenza e terrore e sviluppare l’odio etnico sino alle sino alle estreme conseguenze. Parlarne oggi significa interrogarsi su come evitarlo in futuro, su come si debbano affermare i diritti prioritari alla vita umana, alla convivenza, al rispetto della dignità delle persone. Infine, significa fornire a quanti hanno subito questa ingiustizia un risarcimento morale, un riconoscimento pubblico e condiviso delle sofferenze e dei torti subiti.

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