Il Forum trentino per la pace e i diritti umani e la Fondazione Museo storico del Trentino invitano alla conferenza
"LA PICCOLA EUROPA"Storie, intrecci, testimonianze attorno al censimento austroungarico del 1910
Partecipano
Luisa Chiodi, direttrice Osservatorio Balcani Caucaso, Rovereto Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino Kanita Focak, architetto, Sarajevo Massimo Libardi, responsabile del Sistema culturale Valsugana Orientale, Borgo Valsugana Michele Nardelli, presdiente del Forum trentino per la pace e i diritti umani, Trento Anselmo Vilardi, ricercatore della Fondazione Museo storico del Trentino, TrentoChristoph von Hartungen, storico, Bressanone/Brixen
ModeraAlessandro de Bertolini, ricercatore della Fondazione Museo storico del Trentino, Trento
Nel dicembre 1910, in un vasto territorio che attraversava l’Europa, venne realizzato l’ultimo censimento dell’impero austroungarico. A Vienna come a Trento, a Budapest come a Sarajevo, quel censimento si fondava sulla “Umgangssprache”, cioè sulla lingua parlata in strada e in famiglia. Ne uscì lo spaccato sorprendente di un’Europa come insieme di minoranze linguistiche, culturali, religiose. Come a Sarajevo dove il 13,4% della popolazione aveva come lingua madre lo spagnolo, l’antico castigliano dei loro avi di “Sefarad”, come chiamavano la Spagna gli ebrei che abitavano la penisola iberica insieme a cristiani e musulmani. Quando, nel 1492, ne vennero cacciati, dopo un lungo perigrinare, una parte di loro trovò rifugio a Sarajevo diventando una componente importante di quella città, già allora terra d’asilo e simbolo di cosmopolitismo. Si andava costruendo l’Europa dalle tante radici culturali. Di quella koinè era testimonianza una terra chiamata “Piccola Europa”, a cavallo del fiume Sava in quelle Kraijne (terre di confine) sottratte alla dominazione ottomana. Dolci colline, dove ricostruirsi una vita dopo guerre ed alluvioni, gente povera, profughi nel proprio paese. Arrivarono con i loro carri da paesi i cui nomi ci ricordano antichi racconti: Galizia, Rutenia, Boemia, Transilvania, Bukovina, Banato, Montenegro, Vojvodina… ma anche dal Tirolo. Parlavano tedesco, ungherese, ceco, serbocroato, italiano, polacco, yiddish, romeno, slovacco, sloveno, ucraino, ma soprattutto un’infinità di dialetti. Una storia di partenze e di dolore che ha intrecciato anche la vicenda dell’emigrazione trentina. Guerre e terrore, genocidi e sistemi concentrazionari, pulizie etniche e nazionalismi hanno attraversato l’Europa intera fino a ridosso dei giorni nostri, scoprendoci indifesi verso il pregiudizio e la paura che ancora segnano il nostro tempo, a dimostrazione di come la mancata elaborazione dei conflitti che hanno il secolo scorso ci esponga al continuo ripetersi delle tragedie.Ripercorrere la storia europea attraverso le testimonianze di uomini e donne che del Novecento sono stati protagonisti, proprio a partire da una comune appartenenza che quel dimenticato censimento ci rammenta: è il contributo che – a chiusura del percorso sulla “Cittadinanza euromediterranea” del Forum trentino per la pace e i diritti umani – intendiamo lasciare attraverso un duplice evento:
– il Caffè Sinan Pascià che viene proposto l’11 gennaio 2012 e che trasformerà il Teatro Sociale di Trento in un grande caffè euromediterraneo attorno alle creature di “Creuza de mä”, il grande gapolavoro di Fabrizio De Andrè nel tredicesimo anniversario della sua scomparsa.
– la conferenza “La piccola Europa” che si svolge il giorno successivo (12 gennaio) a Trento, presso le Gallerie di Piedicastello, realizzata in collaborazione fra il Forum trentino per la pace e i diritti umani e la Fondazione Museo storico del Trentino.