La Fondazione Museo storico del Trentino, in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza di Vicenza, il Museo del Risorgimento e della Resistenza del Comune di Vicenza, il Comune di Schio, il Comune di Valdastico, invita al convegno di studi
LE STRAGI DELL’ULTIMA ORA
L’evento, organizzato nell’ambito del progetto Parco della Memoria, propone una rilettura interdisciplinare delle stragi che hanno caratterizzato il nostro Paese alla fine della Seconda guerra mondiale. Sono molte le località italiane che furono colpite dalla violenza nazifascista poco prima o poco dopo la Liberazione: se in alcuni casi si è riusciti a far luce sulle cause scatenanti, in altri rimangono nebulose ma tutti questi tragici avvenimenti lasciano nelle comunità ricordi indelebili e conseguenze irreversibili.
Introduce e modera i lavoriPatrizia Marchesoni, vice-direttrice della Fondazione Museo storico del Trentino
Saluto delle autorità Luigi Dalla Via, Sindaco di Schio Alberto Toldo, Sindaco di Valdastico
Paolo Pezzino, Università di PisaLe stragi dell’ultima ora. Un’analisi di casi.
Marco De Paolis, Procura Militare di RomaLa ricostruzione giudiziale dei crimini nazifascisti in Italia
Sonia Residori, Istituto storico della Resistenza di Vicenza«Nient’altro che polvere». Stragi naziste e stragi di guerra nel Veneto alla fine del secondo conflitto mondiale
Lorenzo Gardumi, Fondazione Museo storico del TrentinoTra terrorismo mirato e violenza indiscriminata: Trentino 1943-1945
Albertina Pretto, Università di TrentoEventi traumatici e trasmissione della memoria
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Abstract:
Paolo Pezzino: Le stragi dell’ultima ora. Un’analisi di casiLe stragi di civili sono considerate rappresaglie tedesche o operazioni terroristiche nei confronti delle popolazioni civili per impedire con la violenza qualsiasi sostegno, attivo o passivo, che queste potessero offrire al movimento partigiano. Come si possono inquadrare allora le stragi degli ultimi giorni di guerra, più comuni di quanto non si creda? Questi episodi sembrano apparentemente privi di senso, soprattutto quando avvenuti a guerra finita. Ma le motivazioni dell’esercito tedesco non rispondono a logiche facilmente comprensibili da chi non condividesse i presupposti ideologici del regime nazista. Da un’analisi di casi avvenuti in diverse località italiane e in diversi momenti si cercherà di ricavare alcune considerazioni generali sulla «guerra ai civili» condotta dalla truppe tedesche.
Marco De Paolis: La ricostruzione giudiziale dei crimini nazi-fascisti in ItaliaQual è la reale dimensione giudiziaria dei crimini nazifascisti in Italia? Cosa è stato fatto dal dopoguerra ad oggi per assicurare alla giustizia i criminali di guerra tedeschi per i gravi crimini commessi in Italia durante l’occupazione del nostro territorio? La difficile e tortuosa strada che conduce all’accertamento della verità (giudiziaria) non è stata ancora percorsa interamente, giacché in questi ultimi anni sono stati celebrati dai tribunali militari italiani vari importanti processi (stragi di S. Anna di Stazzema, Marzabotto-Monte Sole, Civitella in Val di Chiana, San Terenzo-Vinca, Stia-Vallucciole/Monchio-Cervarolo, solo per citare quelle più importanti). Altri importanti sono stati da poco iniziati (per tutti, quello per l’eccidio di Cefalonia). Qual è la radiografia di questo anomalo fenomeno di giustizia tardiva e quale il senso di un processo penale celebrato ad oltre sessant’anni dai fatti.
Sonia Residori: «Nient’altro che polvere». Stragi naziste e stragi di guerra nel Veneto alla fine del secondo conflitto mondiale Nell’aprile del 1945 le truppe tedesche si riversarono nella pianura veneta in una rovinosa ritirata, segnando il territorio con una lunga scia di sangue: solo tra il 24 aprile e il 9 maggio 1945, si verificano circa 150 episodi cruenti, tra uccisioni singole, eccidi e massacri, di partigiani e civili, ma anche donne, bambini e sacerdoti. Stragi di guerra o stragi naziste? Uccisioni «a caldo» di soldati stremati sotto la spinta dell’incalzare nemico, oppure il segno dell’abbruttimento degli uomini in guerra? Desiderio di vendetta nei confronti degli italiani «traditori» oppure ancora operazioni terroristiche dettate dall’ideologia nazista? Mentre intorno tutti festeggiavano tra il suono delle campane e lo sventolio di bandiere, alle famiglie delle vittime non restava «nient’altro che polvere», sedimentando così una memoria parziale dell’accaduto. La ricerca si propone di analizzare alcuni episodi e, attraverso la comparazione con quelli accaduti nei mesi precedenti, rilevare analogie e diversità nelle forme di violenza.
Lorenzo Gardumi: Tra terrorismo mirato e violenza indiscriminata: Trentino 1943-1945 Nell’arco di tempo compreso tra il 26 aprile e il 4 maggio 1945, morirono in Trentino oltre 120 persone tra civili e partigiani. La fine della guerra, la ritirata, lo scomparire della catena di comando che, fino a quel momento, aveva regolato i rapporti fra occupanti e occupati ed il timore evidente d’imboscate partigiane, «liberarono» alcune unità fornendo loro l’occasione di agire a discrezione a seconda della situazione in cui si trovarono ad operare. La ricerca ha evidenziato come nelle stragi trentine siano riemerse tipologie e modalità nell’uso della violenza ricollegabili alla guerra di sterminio condotta sul fronte orientale o nel resto d’Italia, tipiche di una violenza indiscriminata.
Albertina Pretto: Eventi traumatici e trasmissione della memoriaQuando una persona ci racconta la propria vita, questa è organizzata attorno ad alcuni importanti accadimenti personali anche molto diversi tra loro. La nostra biografia però può essere influenzata e strutturata anche da eventi traumatici di tipo pubblico, ossia avvenimenti che fanno parte della storia della nostra collettività e la reazione della comunità di fronte all’evento traumatico rimanda ai temi della memoria e dei modi in cui un evento viene narrato e trasmesso. Quando il trauma è riconosciuto come tale, può dunque essere elaborato e raccontato soprattutto nel momento in cui è condiviso. Tutto diviene più complesso quando la memoria si divide in versioni anche contrastanti e quando la soggettività legata al ricordo può influenzare l’oggettività dell’evento stesso.
“Le stragi dell’ultima ora”: convegno di studi