L’ITALIA IN GUERRA Trento, Teatro Sociale – Rovereto, Teatro Zandonai, ore 11.00Dal 4 ottobre al 20 novembre 2015
Era il 28 giugno 1914 il giorno dell’assassinio di Sarajevo. Pochi giorni dopo Trento e Trieste sono già in guerra. L’intervento dell’Italia arriva quasi un anno dopo.
Al di là degli eventi militari, la vita non fu più la stessa all’interno del Paese, un Paese che dovette riorganizzarsi economicamente, politicamente e socialmente. Tutta la popolazione fu chiamata a sostenere lo sforzo di un lungo e faticoso conflitto in corso. Si venne a creare un “fronte interno” che impegnava tutti – a qualsiasi categoria sociale appartenessero – a sentirsi vicini alla Patria e al sacrificio del Paese in guerra. Le abitudini, il lavoro, i rapporti tra gli individui, la cultura cambiarono in maniera radicale rispetto al periodo pre-bellico.
Lo stravolgimento delle abitudini sociali e culturali italiane fece sì che nuovi protagonisti – con nuovi ruoli – si affacciassero nella vita di tutti i giorni. Fu così che fecero la loro comparsa le donne, impegnate nel lavoro in fabbrica al posto di mariti e figli, mentre anche i più giovani, a volte poco più che ragazzi, vennero inviati nelle retrovie e nei campi di battaglia a ingrossare le file dell’esercito.
Alla fine del conflitto, la società italiana aveva subito grandi trasformazioni che proiettarono il Paese verso processi politici, economici e sociali completamente nuovi: l’avvento della produzione industriale e dei movimenti di massa, l’affermazione delle ideologie, l’esperienza della dittatura e del totalitarismo.
Sulla scia dello straordinario successo riscontrato ormai da anni in molte città italiane dalle “Lezioni di storia”, anche a Trento alcuni dei più importanti storici rifletteranno sull’entità delle trasformazioni che la Grande Guerra introdusse nel nostro Paese e nella nostra società.
Programma:
4 ottobre – Trento Comunicazione PROPAGANDA PER LA MOBILITAZIONESimona Colarizi
Il pifferaio magico invita alla guerra. La maggioranza silenziosa dei neutralisti resta incapace di farsi valere davanti al baccano degli interventisti. Come mai prima nella storia, la propaganda mostra la sua forza nel persuadere ma anche nel confondere e nel rimestare in sentimenti e credo diversissimi. Arriveranno i campi di battaglia e lì si incrineranno certezze e ideali di libertà e di democrazia, lì germoglieranno i semi del totalitarismo.
Introduce Luigi SardiSimona Colarizi insegna Storia contemporanea alla Sapienza Università di Roma
11 ottobre – Trento Prospettive CAPORETTO PER CHI PERDE, CAPORETTO PER CHI VINCEAlessandro Barbero
A Caporetto vincono i tedeschi e non gli austriaci, in una battaglia per loro del tutto secondaria e su un fronte privo di qualunque importanza strategica. Analizzare come e perché l’offensiva venne decisa, progettata e realizzata consente di gettare uno sguardo in profondità sui fallimenti dell’esercito italiano; consente altresì di considerare l’organizzazione di un’istituzione, l’esercito tedesco, che sarà di lì a poco nuovamente tragica protagonista della nostra storia.
Introduce Patrizia Marchesoni Alessandro Barbero insegna Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale, sede di Vercelli
18 ottobre – Trento Epoche CAPOLINEA DEI MITIMario Isnenghi
‘Internazionalismo’, ‘classe’, ‘nazione’… E poi ancora ‘irredentismo,’ ‘Risorgimento’, ‘patria’… I miti -forse mai come in questo periodo- giungono al capolinea per poi subitaneamente ripartire in direzione opposta. Un’apocalisse in cui l’intransigenza si oppone ad improvvisi cedimenti, il clericalismo più rigido lascia spazio alla più intransigente laicità. Una congerie di sentimenti e di ragioni che disegna una nuova geografia del pensiero.
Introduce Quinto AntonelliMario Isnenghi è professore emerito di Storia contemporanea dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha insegnato anche alle Università di Padova e Torino.
25 ottobre – Trento Economia IL PREZZO DELLA GUERRAGianni Toniolo
La guerra mise fine alla prima globalizzazione: fu davvero una belle époque? Nessuno aveva previsto una guerra tanto lunga e costosa. Quanto costosa? In che modo fu finanziata e con quali effetti nel Dopoguerra? Chi pagò davvero per la guerra? La guerra economica non ebbe vincitori ma solo vinti, perché? Domande alle quali è utile cercare una risposta per capire perché fu necessario attendere il 1951 per avere una vera pace in Europa.
Introduce Alessandro de BertoliniGianni Toniolo insegna Storia economica alla LUISS Università di Roma ed è professore emerito alla Duke University.
1 novembre – Trento Montagne LA GUERRA BIANCAEnrico Camanni
Trincee, gallerie, camminamenti e vie ferrate. La Grande Guerra pone fine alla tradizionale battaglia in campo aperto che per millenni aveva caratterizzato la strategia militare. In un simile contesto la montagna diventa protagonista assoluta: nel suo ventre è disegnata la frontiera, nel suo ventre bisogna innanzitutto pensare a sopravvivere; su pareti a picco e con inverni a trenta gradi sotto zero, l’alba del nuovo giorno è già una vittoria.
Introduce Claudio AmbrosiEnrico Camanni, alpinista e giornalista torinese, ha fondato il mensile “Alp” e la rivista internazionale “L’Alpe”
8 novembre – Rovereto Frammentazioni FINIS AUSTRIAE Giulia Caccamo
La guerra è finita. L’Impero ha perso un milione di uomini, Vienna è divenuta la capitale di un territorio dieci volte più piccolo e una monarchia quasi millenaria ha cessato per sempre di esistere. Le clausole imposte dai vincitori, tuttavia, lungi dallo stabilire una pace equa e duratura, contribuiranno ad alimentare un’instabilità politica ed economica destinata a travolgere rovinosamente l’Europa nel breve arco di due decenni.
Introduce Marco BellabarbaGiulia Caccamo insegna Storia moderna e contemporanea all’Università di Trieste.
16 novembre – Rovereto, ore 18.00 Confini ITALIANI DALLA PARTE DEL NEMICOGustavo Corni
Infidi o lealisti? Austriacanti o patrioti? Quale è stato il destino delle centinaia di migliaia di cittadini dell’impero asburgico che erano e si consideravano italiani per lingua e per cultura? Strattonati da un lato dalla propaganda irredentistica e dall’altro influenzati dalla tradizionale cultura dell’obbedienza alle regole, nell’estate del 1914 hanno risposto in larga parte al richiamo della mobilitazione. Inghiottiti dal vortice delle prime sconfitte dell’esercito austro-ungarico, la loro identità nazionale sarà poi messa a dura prova.
Introduce Camillo ZadraGustavo Corni insegna Storia contemporanea all’Università di Trento.
22 novembre – Rovereto Dopo VITTORIA SENZA PACERaoul Pupo
4 novembre 1918: l’Italia è in tripudio. Rispetto al 1915 il contesto internazionale è però cambiato: gli interessi italiani si scontrano con quelli di alleati mai amici e il peso reale del nostro Paese non è assolutamente pari alle iniziali ambizioni. Prenderne atto è doloroso per la pubblica opinione e devastante per le istituzioni. La pace, alla fine, arriverà ed anche a buone condizioni; ma oramai lo stato liberale è entrato in agonia…
Introduce Fabrizio RaseraRaoul Pupo insegna Storia contemporanea all’Università di Trieste.
29 novembre – Rovereto Rappresentazioni LA GRANDE GUERRA DEGLI ARTISTIEmilio Gentile
Agli inizi del Novecento gli artisti dell’avanguardia europea detestavano la lunga pace del continente: trent’anni senza una grande guerra o una grande rivoluzione. Nella loro arte auspicavano, profetizzavano, invocavano un evento rigeneratore per l’avvento di un uomo nuovo. Fra visioni di catastrofi e profezie di rinascita, anticiparono l’apocalisse della modernità. E quando la Grande Guerra esplose davvero, vi si gettarono con entusiasmo. La loro arte scoprì l’orrore della carneficina di massa.
Introduce Marcello BonazzaEmilio Gentile ha insegnato Storia contemporanea all’Università di Roma La Sapienza.
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L’ingresso è libero e gratuito fino all’esaurimento dei posti.I biglietti potranno essere ritirati presso i teatri a partire dalle ore 10.00
Informazioni: www.laterza.it www.trentinograndeguerra.itwww.cultura.trentino.it
L’Italia in guerra: lezioni di storia. Trento-Rovereto, 4 ottobre – 29 novembre 2015