Forse non esiste lemma più evocativo e allegorico del viaggio; usato per indicare più semplicemente uno spostamento nello spazio fisico finalizzato all’esplorazione di un territorio sconosciuto, tale territorio si amplia in una più articolata visione fino a comprendere altre dimensioni come quella filosofica, spirituale o esistenziale. Anche l’ultimo grande passaggio dalla vita alla morte, tappa finale o iniziale di altro percorso, altrettanto ignoto, è concepito come un viaggio alla ricerca di una diversa conoscenza. Questo numero di Altrestorie insiste soprattutto sul viaggio come esperienza di ricerca soggettiva centrata, in particolare, sulle modalità, gli stili e i contenuti delle narrazioni che di esso sono state rese in diversi contesti e periodi storici. Racconti stilati in più forme per rendere il senso di quanto vissuto ‘zigzagando’ qua e là, ma al tempo stesso per guidare i passi, nei medesimi luoghi, di futuri ‘viandanti’ spinti forse, ancora una volta, più che dalla scoperta di mondi incogniti dalla sperimentazione di nuove prospettive individuali. Si viaggia per apprendere e per favorire la propria crescita individuale all’interno del contesto sociale di riferimento. Insomma, il viaggio come metafora della vita (rt).
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