La stessa guerra e la stessa vicenda umana nella duplice prospettiva dei protagonisti: Giuseppe Masera e la moglie Rosina. Lui scrive dal fronte orientale; lei tiene un diario in cui riflette le vicende militari del marito. Nelle stesse pagine si trovano anche i testi autobiografici e gli epistolari di altri tre soldati. Cinque frammenti di vita nel turbinio della prima guerra mondiale, accomunati dall’origine popolare e dalla provenienza geografica (Volano e Besenello).
Gianluigi Fait si è occupato di storia politica e sindacale. È stato responsabile dell’Archivio della scrittura popolare e ha curato gli atti di alcuni seminari (con Camillo Zadra, I luoghi della scrittura autobiografica popolare, Rovereto 1990; Deferenza Rivendicazione Supplica: le lettere ai potenti, Treviso 1991). Ha curato, inoltre, il volume Sui campi di Galizia (1914-1917): gli italiani d’Austria e il fronte orientale (Rovereto 1997). Nella collana del Museo ha pubblicato Una generazione di confine: cultura nazionale e Grande Guerra negli scritti di un barbiere rivano e ha curato i primi due volumi, nonché il decimo di “Scritture di guerra”.