«La forma di associazione che, se l’umanità continua a migliorare, ci si deve aspettare che alla fine prevalga, non è quella che può esistere tra un capitalista come capo e un lavoratore senza voce alcuna nella gestione, ma l’associazione degli stessi lavoratori su basi di uguaglianza che possiedono collettivamente il capitale con cui essi svolgono le loro attività e che sono diretti da managers nominati e rimossi da loro stessi» (John Stuart Mill, Principles of Political Economy, London 1852).
Il Centro sulla Storia dell’economia cooperativa (CeSC), sezione della Fondazione Museo storico del Trentino, intende sviluppare un filone di ricerca e di divulgazione storica che non è appartenuto fino a questo momento, se non in modo episodico, al bagaglio culturale-conoscitivo proprio del Museo storico. Esso declina un’esigenza di allargamento del livello di operatività della Fondazione e si propone come luogo di confronto e riflessione, su base scientifica, delle tematiche riguardanti la storia economica e sociale, in particolare cooperativa.
Il CeSC è nato nell’aprile 2009 nell’ambito dell’accordo di programma tra la Fondazione Museo storico del Trentino e la Provincia Autonoma di Trento. La Fondazione ha affidato ad Alberto Ianes l’incarico di responsabile.
La volontà dichiarata di far rientrare l’impresa cooperativa tra le tematiche «preferite» dal Centro nasce dall’importanza attribuita a questo modo di fare impresa, dall’originalità che ha saputo esprimere proprio in Trentino, sia nel modo di articolarsi che di operare, e dalla sua capacità di sostenere processi di emancipazione individuale e collettiva, di inclusione sociale.
Non sempre l’impresa cooperativa ha saputo dare il meglio di sé, ma certamente come «proposta» essa ha cercato di avanzare un’idea di sviluppo locale, di crescita del territorio permeata di quella cultura che, per definizione, veicola istanze di coesione comunitaria fortemente identitarie.
Una «proposta» che favorisce una forte interdipendenza tra procedere delle cooperative e del territorio. Un modo, forse, per ricomporre la frattura tra città e campagna, tra mondo operaio e mondo contadino.
Interessarsi di storia delle organizzazioni cooperative significa anche recuperare quelle biografie minori che «dal basso» hanno contribuito a dar vita a questo tipo di aggregazione sociale in tutte le sue matrici ideali. Si intersecano così spaccati di vita rurale, momenti di vita quotidiana di una comunità in profonda trasformazione. Si recuperano l’immaginario collettivo, la storia della mentalità di quegli uomini e di quelle donne che hanno ricercato il loro riscatto non solo affidandosi alla via semplificata dell’emigrazione ma abbracciando strumenti, come le cooperative, fondati non sul profitto ma sulla reciprocità e sulla solidarietà.
È importante proporre chiavi di lettura nuove che diano ragione del modo in cui le organizzazioni di stampo mutualistico sono intervenute sul tessuto connettivo e sociale locale, indagando le difficoltà che hanno incontrato e gli sviluppi che hanno assunto in tempi più recenti. Senza dimenticare gli aspetti tecnici e le dimensioni organizzative.
Alla storia dell’economia cooperativa il CeSC dedica attività di studio e di ricerca, promuove prodotti editoriali, organizza eventi culturali, manifestazioni, seminari di studio e convegni, allestisce mostre temporanee o permanenti, raccoglie e conserva varie fonti documentarie.
L’intento è di trovare le forme di comunicazione più adatte per mettersi in dialogo con le persone più diverse, facendo passare concetti e tematiche spesso ascritte a materia per soli specialisti. La «cifra» della bontà delle iniziative è assicurata, comunque, da un approccio fondato su solide basi scientifiche, capace di rinnegare qualsiasi tentazione agiografica.
In definitiva il CeSC vuole dare un piccolo contributo ad un puzzle che, pur con difficoltà e limiti, ha bisogno di nuova linfa metodologica ed espressiva per fare piena luce su un lato ancora poco conosciuto eppure così importante – come insegna la recente crisi economico-finanziaria – di questa Provincia dell’arco alpino: la storia della cosiddetta «scienza triste», ovvero del mondo dell’economia e dell’imprenditorialità, soprattutto di stampo cooperativo.
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Referente: Alberto Ianes