Il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale e la Fondazione Museo storico del Trentino, in collaborazione con la Biblioteca comunale di Trento, invitano all’incontro:
LA CINA DI MAO E LA GUERRA FREDDA
Intervengono Fernando Orlandi, Paolo Rosa e Riccardo ScartezziniIntroduce Massimo Libardi
“Un sesto del mondo è socialista” titolava un libro di Hewlett Johnson pubblicato nel 1946 da Einaudi. Qualche anno dopo, l’1 ottobre 1949 Mao Zedong, dal rostro della Tian’anmen, proclamava la Repubblica Popolare Cinese. La correlazione delle forze sulla scena internazionale era decisamente mutata a favore del blocco sovietico. La Guerra Fredda, che aveva vissuto un pericoloso riscaldamento con la Crisi di Berlino del 1948 conosceva un surriscaldamento alla metà del 1950, quando le truppe della Corea del nord attaccarono la Corea del sud. La scelta di campo Mao l’aveva fatta da tempo: la Cina pendeva dalla parte di Mosca. E nei mesi a cavallo della proclamazione della “nuova Cina” i segnali furono evidenti: quando all’inizio di novembre le truppe comuniste presero Mudken (Shenyang) il console americano Angus Ward venne di fatto imprigionato nella sua sede diplomatica. Nel successivo aprile venne cannoneggiata la britannica Amethyst. Erano segnali inequivocabili della rigida postura assunta dal Partito comunista cinese. Tutti gli occidentali dovevano lasciare il paese e nel settembre 1950 un italiano divenne la vittima esemplare: accusati di un inesistente attentato a Mao vennero arrestati Antonio Riva, Monsignor Tarcisio Martina, Henry Vetch, Walter Genthner, Ryuchi Yamaguchi e alcuni altri. Un anno dopo Antonio Riva e Ryuchi Yamaguchi furono condannati a morte e immediatamente giustiziati. La posizione della “nuova Cina” nella Guerra Fredda fu chiara. Ma le cose iniziarono a mutare dopo il 1956, quando Nikita Khrushchev presentò al Ventesimo congresso del PCUS il cosiddetto “rapporto segreto” e diede il via a una certa destalinizzazione. Emersero i contrasti tra i due capi del comunismo internazionale che poi si intensificarono, pur rimanendo segreti. Divennero pubblici nella primavera 1960: in poco tempo si scatenò un’aspra polemica che scombussolò il movimento comunista internazionale. Alla fine degli anni sessanta Mosca e Pechino sono ai ferri corti. Nel 1969 ci furono aspre battaglie per il possesso di un’isola al confine tra i due stati (Zhenbao per i cinesi, Damanskii per i russi).Pechino denunciava il “socialimperialismo sovietico” e Washington iniziò ad attivarsi con i viaggi segreti di Henry Kissinger. La “diplomazia del ping pong” condusse ad una alleanza di fatto tra quelli che prima erano nemici irriducibili. Ribaltate le alleanze, l’Unione Sovietica iniziò a militarizzare la Siberia, trasferendo ingenti truppe (sottratte al fronte europeo) e istallando di missili SS-20 puntati sulla Cina.
Si tratta di una vicenda storica estremamente ricca e interessante che ancora oggi il pubblico italiano conosce solo in modo assai parziale e frammentario.
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L’incontro fa parte del ciclo di conferenze “La seconda guerra dei Trent’anni”.
Prossimi appuntamenti:
11 marzo 2015Ebrei tra Torà, sionismo e resistenza negli anni del Secondo conflitto mondiale, con Massimo Giuliani
25 marzo 2015Alpenvorland. Il Trentino provincia del Reich, con Giuseppe Ferrandi
1 aprile 2015La morte viene dal cielo. I bombardamenti sul Trentino, 1944-45, con Patrizia Marchesoni
8 aprile 2015“Questa guerra è diversa da tutte quelle del passato…”, con Fernando Orlandi
22 aprile 2015La seconda Guerra dei Trent’anni sul grande schermo, con Gianluigi Bozza
29 aprile 2015Il continente selvaggio, con Fernando Orlandi
Informazioni:info@csseo.org
“La Cina di Mao e la guerra fredda”: conferenza