620.000 tra sloveni, tedeschi, croati e ladini e circa 888.000 italiani dei territori di Trento e Trieste: queste le cifre inerenti l’annessione da parte dell’Italia, prima liberale e poi fascista, di ampie zone abitate da forti minoranze allogene. Un fenomeno che portò non solo problemi politico-amministrativi, ma soprattutto culturali. Grazie ai materiali d’archivio e alla letteratura (archivio storico del Ministero degli affari esteri in Roma, archivi locali di Trento, Bolzano, Udine e Trieste, archivio sloveno di Ljubljana) si confrontano in queste pagine le diverse reazioni suscitate dall’annessione: da una parte slavi e tedeschi fortemente attratti dagli stati nazionali o multinazionali d’oltreconfine, dall’altra l’Italia fascista preoccupata del proprio prestigio interno e internazionale.
Mauro Scroccaro si è occupato a lungo della “questione ladina”, pubblicando nella collana del Museo ben due volumi dedicati all’identità e al movimento autonomistico ladino: De Faša ladina. La questione ladina in Val di Fassa dal 1918 al 1948, Trento 1990; Guido Jori de Rocia e la grande utopia dell’unità ladina (1945-1973), Trento 1994. Successivamente ha studiato il drammatico evento delle “opzioni” e su questo tema ha dedicato, ancora per la collana del Museo, un suo libro dal titolo Dall’aquila bicipite alla croce uncinata (Trento 2000).