Il carteggio dei deputati trentini alle Costituenti di Francoforte, Vienna e Kremsier nel 1848-49, Gli scritti documentano le origini della lotta per le rivendicazioni nazionali e politiche del Trentino, con la primaria richiesta di una forma di autonomia per la parte italiana del Sud Tirolo, E’ l’inizio del lungo e travagliato percorso verso il riconoscimento dell’italianità della nostra regione.
Pietro Pedrotti (Rovereto, 4 agosto 1875-Rovereto, 24 luglio 1956). Si laureò in lettere presso l’Istituto di studi superiori di Firenze per poi dedicarsi agli studi di storia risorgimentale che furono la passione constante della sua vita. Assieme ai fratelli Giovanni e Tommaso partecipò all’attività di società a carattere nazionale e irredentistico: fu presidente della Società degli alpinisti tridentini dal 1912 al 1914 e direttore del Comitato roveretano della "Dante Alighieri". Dopo il 1918 fu consigliere comunale di Rovereto, e dal 1921 al 1926, diresse l’Ufficio di Emigrazione presso la locale Camera di Commercio. Nel biennio 1947-1948 fu presidente della Società di studi trentini di scienze storiche.
Enrico Brol, (Rovereto, 1878-Mialno, 12 marzo 1962). Laureato in lettere a Firenze, insegnò a Rovereto, Trieste e poi a Rimini, dove divenne presidente del locale Liceo scientifico. Fu attivo collaboratore di vari istituti culturali trentini e scrisse soprattutto sulla rivista "Studi trentini di Scienze storiche" e per gli "Atti" dell’Accademia degli Agiati di Rovereto.
Bice Rizzi, (San Bernardo di Rabbi, 26 agosto 1894-Trento, 27 aprile 1982). Irredentista, il 3 luglio 1915 fu presa in ostaggio in cambio della libertà concessa al padre morente, imprigionato per spionaggio militare a favore dell’Italia. Nell’agosto dello stesso anno venne avviato a suo carico un processo per "alto tradimento" e il 27 gennaio 1916 fu condannata a morte per capestro. Era stata ritenuta responsabile di propaganda a favore dell’intervento in guerra dell’Italia e di aver fornito informazioni militari segrete. In seguito la condanna a morte le venne commutata in quella a 10 anni di carcere duro che scontò in parte nella fortezza di Weiner Neustadt. L’8 novembre 1918 fu rimessa in libertà. Dal 1923 al 1964 fu direttrice del Museo del Risorgimento di Trento (oggi Fondazione Museo storico del Trentino). La sua produzione storica, particolarmente rivolta agli studi del Risorgimento nazionale e l’irredentismo, fu assai copiosa.