Un libro insolito, una finestra su un mondo scomodo, quello delle istituzioni manicomiali, tra luci e ombre di una realtà umana multiforme e sfaccettata. Uno di questi uomini è Antonio, un essere incapace di vivere all’interno della società. Il racconto amaro, in prima persona, della sua traumatica esperienza da internato è l’occasione per esplorare la propria identità, nel tentativo di ritrovare se stesso e dare un senso alla propria condizione.
Quinto Antonelli è responsabile dell’Archivio della scrittura popolare al Museo storico in Trento. Nella sua ampia produzione a stampa si è occupato della formazione nel senso comune (Fede e Lavoro. Ideologia e linguaggio di un universo simbolico, Trento 1981), dell’immaginario folklorico (Storie da quattro soldi, Trento 1988), di storia delle scuola e dell’alfabetizzazione (Per una storia della scuola elementare trentina, Trento 1988 e A scuola! A scuola! Popolazione e istruzione dell’obbligo in una regione dell’area alpina secc. XVIII-XX, Trento 2001). Molti dei suoi studi vertono naturalmente sulle scritture “minori” (con Egle Becchi ha curato Scritture bambine: testi infantili tra passato e presente, Roma-Bari 1995) e popolari. Numerosi sono i volumi da lui scritti e curati per le edizioni del Museo storico in Trento.
Felice Ficco, pscichiatra, lavora presso il Distretto sanitario di Arco, svolgendo prevalentemente attività psicoterapeutica ad orientamento junghiano. Le sue pubblicazioni concernono le modalità di intervento nella riabilitazione dei pazienti psicotici. Appassionato di storia e letteratura, si è laureato in lettere e filosofia. Ha curato per il Museo storico, in collaborazione con Quinto Antonelli, l’edizione del volume Psycopathia sexualis: memorie di un internato psichiatrico.
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Segnaliamo che sul sito Manicomio di Volterra: storie e racconti dall’ex ospedale psichiatrico più grande d’Italia sono pubblicati alcuni estratti del volume, che narrano la permanenza di Antonio all’interno del manicomio di Volterra.
Leggi gli estratti
Psychopatia sexualis: memorie di un internato prichiatrico