Un lungo passato da “nemici secolari”, l’ombra ancora incombente dei rispettivi regimi totalitari appena crollati, il focolaio altoatesino pronto a esplodere: questo il clima dei rapporti tra Italia e Austria nei primi decenni del secondo dopoguerra. Eppure da questa situazione costantemente “in bilico” riesce a svilupparsi una collaborazione diretta alla pacifica convivenza tra i due gruppi etnici. Una delle più aspre contrapposizioni nazionalistiche d’Europa si trasforma così in una reciproca apertura e valorizzazione culturale. In queste pagine tuttavia non si trascura di evidenziare il permanere di motivi di contrasto e diffidenza, dovuti anche al mancato confronto, da entrambe le parti, con il proprio passato nazista e fascista: un deficit civile che ha tuttora un peso sulla politica nazionale dei due paesi.
Josef Berghold, psicologo sociale, nato a Graz nel 1953, ha studiato psicologia e scienze politiche all’Università di Salisburgo e all’Università di Toulouse-Le Mirail. Attualmente visiting professor all’Università di Innsbruck (Istituto di scienze dell’educazione), ha insegnato anche alla New School for Social Research (New York) e alle Università di Klagenfurt, Vienna, Ferrara, Milano e alla Freie Universität di Berlino. Oltre agli argomenti trattati nel volume Vicini lontani edito dal Museo storico, ha lavorato e pubblicato diversi contributi sulle sfide derivanti dai processi di globalizzazione, sui presupposti psicologici sia della solidarietà che della “legge del più forte”, sulle radici del pregiudizio, dell’estremismo e della xenofobia, nonché su temi attinenti ai rapporti interculturali, alla ricerca psicotorica e alla ricerca per la pace.
Capitolo I: Un focolaio bollente
Capitolo secondo: Tessere di un retroscena storico-culturale
Capitolo terzo: Vie tortuose verso un compromesso
Capitolo quarto: Decenni di distensione e momenti di contrasto
Bibliografia
Indice dei nomi