La più alta d’Europa. Santa Giustina 1951

, La più alta d’Europa. Santa Giustina 1951

Dal: 27 Luglio 2007

Al: 31 Agosto 2016

In val di Non, l’epopea idroelettrica della metà del secolo scorso ha scritto una tra le sue pagine più intense. Iniziati nel 1940, poi sospesi a causa della guerra e ripresi nel 1946, i lavori per la costruzione della diga di Santa Giustina terminarono nel 1950. La mostra racconta come è cambiato il paesaggio mentre cresceva il “muro”, come si viveva sui cantieri, in superficie e sotto terra, come nacque e come maturò l’idea di “Santa Giustina”

La mostra, articolata in sette sezioni più una sezione introduttiva, è la fotocronaca di un cantiere. In essa sono esposti oltre cento scatti straordinari dell’archivio inedito “Studio Ing. Claudio Marcello” di Milano. Il reportage fotografico è stato realizzato tra il 1946 e il 1954. Su commissione della Società Edison di Milano, lo “Studio Ing. Claudio Marcello” fu incaricato di documentare la “vita del cantiere” dai primi metri del muro di sbarramento al trasporto dei materiali, dall’attività in cava alle gallerie di scavo.
Per realizzare le immagini, nel 1945 lo studio “Marcello” si rivolse principalmente alla “Bottega di fotografia Chiolini – Turconi & C” di Pavia e alla “S.E.M.” di Milano (Studio Eliografico Milanese).
Ma altri studi collaborarono, come lo studio fotografico “Untervegher” di Trento, Pellegrini di Cles, “Roto-Foto” di Milano. Mai pubblicate prima d’ora, le immagini sono rimaste per mezzo secolo negli archivi. Gli eredi dell’ingegnere Claudio Marcello, progettista cui spetta la paternità del progetto della diga di Santa Giustina, hanno custodito le fotografie in ottimo stato di conservazione. Oltre ad esse, la mostra raccoglie una serie di elementi recuperati presso gli archivi della Società Edison e presso altri fondi privati. Sono in esposizione alcuni documenti originali dei progetti della diga, alcune relazioni d’epoca redatte dagli studi dei progettisti all’indomani dell’inaugurazione della centrale idroelettrica, libretti del lavoro degli operai che presero parte ai cantieri, una mappa catastale del 1802 con i nomi delle famiglie cui appartenevano le particelle fondiarie oggetto degli espropri, un’opera d’arte dell’architetto Ettore Fagiuoli con la raffigurazione della diga ed altro.

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Mostra temporaneamente chiusa al pubblico

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